…oggi andiamo all’Azienda Vitivinicola IL RIGOLOCCIO , S.P.82 Gavorrano (GR) Questa più piccola ma produttiva azienda (si fa per dire, visto che ha 23 ettari di terreno) si trova nel comune di Gavorrano, circa 20 chilometri da Follonica in direzione delle Colline Metallifere. Il nome richiama alle origini, al passato di questo comprensorio votato all’estrazione mineraria: infatti Rigoloccio era il nome di un pozzo oggi dismesso che si trovava proprio nelle vicinanze della proprietà e che parla, come molti altri pozzi sparsi in provincia di Grosseto, di una vita dura e difficile, di sfruttamento del territorio ma di una sicurezza in termini di lavoro. Qua siamo nella “Maremma amara”, molto diversa da quella che conosciamo oggi e che magari merita di essere rivissuta visitando i musei di Gavorrano e Massa Marittima. Ma torniamo a noi; nel 2002 la proprietà dell’attuale...
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Più volte ho sentito disquisizioni su l’Acqua Cotta (tipico piatto della Maremma contadina),soprattutto negli ultimi anni dal momento che tutti son diventati cuochi e la passione della cucina ha portato in televisione programmi e tutorial di ogni genere e tipo. Ma partendo proprio da questo assunto e cioè dalla povertà delle genti che nei secoli scorsi hanno vissuto questa zona “amara e bellissima”, capirete che tutte le versioni arricchite, e certamente più saporite, non sono certo da annoverare alla ricetta originale. La nota minestra è proprio ciò che riporta il nome, che non è quindi un caso. Si tratta di acqua che ha bollito con quel poco di verdure che era facile rimediare negli orti di tutti i poderi: sedano, cipolla e con un po’ di fortuna una carota, più qualche foglia di bietola spontanea di cui qualunque campo è...
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(piccola raccolta di modi di dire della nostra zona) Anche l’Italia ha un substrato di dialetti che contraddistingue una zona dall’altra, lingue spesso incomprensibili dagli stessi italiani provenienti da un’altra area geografica. Ma ci sono anche semplici parole di uso comune, o modi di dire, che appartengono solo e soltanto a certi paesi. Essi ci caratterizzano forse come poche altri aspetti e sarebbe un peccato perderli, dal momento che molto raccontano anche della società e dei tempi che ci hanno preceduto contribuendo in materia sostanziale a capirne meglio le origini. Qui di seguito ne ho raccolti alcuni che fanno parte della mia terra, del mio paese che ora è diventato una città; li ho messi insieme con l’aiuto di un gruppo di amici che come me hanno voluto ricordarli. TRA NIZZOLE E NAZZOLE, tra una cosa e l’altra...
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Lo sviluppo economico di Follonica, che tutti oramai conosciamo votato al turismo, è nato in realtà intorno al comprensorio dell’ex Ilva quale primo insediamento produttivo dell’omonimo comune affacciato sul golfo dell’arcipelago Toscano. Prima villaggio di contadini e pescatori che d’estate abbandonavano la pianura per le alture a causa delle paludi infestate da zanzare, Follonica ha iniziato il cammino verso la modernità con le fonderie che lavoravano i minerali (soprattutto ferro) provenienti dall’Isola d’Elba; esattamente come facevano gli Etruschi, padri precursori da cui discende l’attuale popolazione e pare anche il nome stesso di Ilva. Ma occorrerà arrivare intorno al 1500 con i Medici che, subentrando a Siena nel dominio di queste terre e ponendo per primi le basi di un’attività organizzata al fine dello sfruttamento dei molti minerali presenti in tutto il territorio circostante la pianura, per parlare di un vero...
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storia di una presenza poco nota C’è un luogo, tra i tanti nei nostri dintorni, che occupa un posto speciale nel mio cuore e che merita una visita in primavera o in autunno, ed è il Parco Interregionale di Montioni situato al confine tra il comune di Follonica e quello di Suvereto. La prima volta che ci sono stata mi ci portarono i miei genitori ed ero davvero piccola; loro erano soliti girare per la campagna circostante la città nei periodi di minor lavoro, fare escursioni con gli amici, panini al seguito e coperte per stendersi sui prati. Certamente è per questo che ho imparato ad amare tanto questo territorio, la campagna, la sua storia, la natura; non c’è luogo in cui non abbia un ricordo e di questo non li ringrazierò mai abbastanza. Ma tornando a noi: di...
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(al tempo del Covid-19) Nessuno di noi avrebbe mai immaginato di trovarsi a vivere una situazione come quella cominciata all’inizio di questo marzo. E’ vero che negli ultimi anni a partire con “2001 Odissea nello spazio” non ci è stato negato nessuno scenario catastrofico, come è vero che erano sempre gli anni ’70 quando timidissime testate giornalistiche iniziavano a dare spazio ad altrettanti sparuti ambientalisti che parlavano di inquinamento, rispetto della natura e degli animali, fino ad arrivare a fine secolo con ben più precise dimostrazioni come quella del buco dell’ozono, i cambiamenti climatici, le estinzioni di moltissime razze animali, Greta Thunberg e la necessità di un cambiamento radicale del rapporto uomo-Terra. Nel cinema, attraverso disastri, pandemie, desertificazione, povertà, morte, buio, l’uomo inteso come specie umana non ne esce mai sconfitto, supera le avversità, sconfigge il nemico visibile o meno,...
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